S. Massimiliano Kolbe, martire

L’esperienza di san Massimiliano ci doni il coraggio di saper dire i nostri piccoli e grandi “Sì” ogni giorno e ogni volta che sperimentiamo l’invito ad amare.

Dal Vangelo secondo Giovanni (15,12-17)

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:

«Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.

Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.

Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

 

 

Oggi la famiglia francescana insieme a tutta la Chiesa celebra san Massimiliano Kolbe, un santo martire del nostro tempo che non si è accontentato di vivere una buona vita religiosa, ma ha scelto di mettersi totalmente a disposizione per la salvezza di un’altra persona durante la II guerra mondiale. Un atto evangelico, di dono totale per l’Amore per il Signore Gesù e per l’umanità: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”.

Arrivare ad incarnare questa Parola è aver capito il Vangelo, aver camminato fedelmente ogni giorno alla sequela del Signore con decisione, fermezza e fede tale da poter rinnegare la propria vita fino in fondo. Una vita totalmente donata al Signore sul modello di Maria di cui era follemente innamorato. Una vita spesa per l’evangelizzazione con qualsiasi mezzo che la tecnologia potesse offrire. Una vita vissuta in fraternità in cui ogni fratello collabora attivamente per l’edificazione del Regno e la testimonianza della carità sul modello di san Francesco di cui avevano abbracciato la Regola: «La forza dell’amore aveva reso Francesco fratello di tutte le altre creature; non è quindi meraviglia se la carità di Cristo lo rendeva ancora più fratello di quanti sono insigniti della immagine del Creatore. Diceva infatti che niente è più importante della salvezza delle anime, e lo provava molto spesso col fatto che l’Unigenito di Dio si è degnato di essere appeso alla croce per le anime. Da qui derivava il suo impegno nella preghiera, il suo trasferirsi da un luogo all’altro per predicare, la sua grande preoccupazione di dare buon esempio» (FF 758).

L’esperienza di san Massimiliano ci doni il coraggio di saper dire i nostri piccoli e grandi sì ogni giorno e ogni volta che sperimentiamo l’invito ad amare. Lì il Signore ci attende, ci parla e ci invita a condividere il Suo Amore… ed è gioia piena! 

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