Famiglia e figli? No, grazie!

Per la Generazione Z e i Millennials non è più una questione di possibilità economica, ma proprio di un non volere né sposarsi né avere figli.

 

 

L’osservatorio sulle nuove generazioni Generationship 2024 rivela un ritratto del tutto inedito sui giovani di oggi: puntano molto alla realizzazione economica e professionale e sono meno interessati a formare una famiglia. Studiare (82%), fare carriera (84%), avere un lavoro sicuro (81%) e risparmiare (79%) sono oggi le principali priorità per i Gen Z, ovvero i nati fra il 1995 e il 2010, e Millennials, i nati tra i primi anni Ottanta e la metà degli anni Novanta. Sposarsi o convivere? La percentuale di quanti vorrebbero formare una famiglia scende al 45% e quella di chi vorrebbe avere prole al 42%. Non è più come per le precedenti generazioni una questione di priorità, bensì di motivazioni: per quanto riguarda l’avere figli si è passati dal “non potere” al “non volere”.

 

 

La famiglia rimane sì un obiettivo per la maggioranza dei giovani ma è una variabile che deve armonizzarsi e spesso subordinarsi con le altre esigenze e problematiche della vita considerate prioritarie: istruzione prolungata, precarietà e disoccupazione giovanile, retribuzioni basse, aspettative di autorealizzazione nel lavoro, e così via.

Ci troviamo, pertanto, di fronte ad una fase in cui l’attenzione dei giovani si è spostata sulla creazione di ricchezza per cui la formazione di una nuova famiglia viene da molti percepita come un ostacolo al raggiungimento dei propri obiettivi. È perciò interessante rilevare come, rispetto all’anno scorso, è in aumento del 42% la percentuale di ragazze tra i 16 e i 35 anni che hanno tra gli obiettivi prioritari quello di conseguire un titolo di studio.

 

 

Lo studio offre poi un quadro dettagliato delle principali trasformazioni che hanno coinvolto i ragazzi italiani nel corso del 2024 tra cui spicca il dato che le giovani donne di oggi vogliono prendere il controllo sulla propria vita e mettono in discussione il ruolo che la società attribuisce loro. Desiderano un’istruzione migliore, un buon lavoro, nonostante siano spesso in condizioni di svantaggio, e la possibilità di autorealizzarsi, ma soprattutto non sono più disposte a subordinare questi obiettivi al loro ruolo di madri e di mogli.

La questione della denatalità è evidente che non è più solo una questione da affrontare solo sotto l’aspetto economico e di opportunità e sgravi per le famiglie, ma anche di valori e di testimonianza. La testimonianza della bellezza del matrimonio e la gioia di mettere al mondo un figlio da parte delle giovani coppie hanno sicuramente bisogno di trovare maggiori spazi di condivisione nella società e con le giovani generazioni, affinché non prevalga la paura del fallimento e l’idolatria dell’individualismo e dell’autoaffermazione.