L’ultima battaglia

Gesù chiede ad ognuno di noi da che parte vogliamo stare, poiché in questa ultima battaglia non sono previste zone neutrali.

«Se io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde»

(Luca 11,19.23)

 

 

 

Nel 2019, proprio in questi giorni dell’anno, giungeva la notizia che anche l’ultima roccaforte dell’Isis, Baghouz era caduta sotto i colpi delle forze anti-califfato. Ma come hanno titolato e commentato bene tutti i quotidiani, i combattimenti persistevano ancora e nonostante la sconfitta sul terreno la minaccia dell’Isis restava tutta.

Così è per tutte le guerre tra potenze forti: gli sconfitti, nelle ritirate, cercano di procurare il maggior danno possibile sia nei confronti dei soldati della fazione vincitrice, sia nei confronti dei civili e delle strutture dei territori espugnati. Solitamente, razzie, devastazioni, territori disseminati di mine, sono il lascito degli sconfitti in ritirata.

Così avvenne al termine della seconda guerra mondiale combattuta in tutta Europa e anche nella nostra Italia: dopo gli sbarchi degli alleati, i tedeschi, ormai sconfitti e in ritirata, opposero ugualmente una tenace resistenza e, nel loro arretrare, si diedero ad esecuzioni sommarie e fecero saltare ponti, strade e strutture strategiche.

È a questa tragica esperienza che accomuna quasi tutte le guerre che Gesù fa riferimento quando parla del male capitanato da Satana. Le forze del male sono state sconfitte dal crocifisso-risorto, ma nella loro fuga-ritirata, stanno cercando di fare il maggior danno possibile.

 

 

Anche se il fronte vittorioso del bene avanza per liberare i territori già occupati dal nemico, il fronte, appunto, rimane. C’è un di qua e un di là delle linee antagoniste che si fronteggiano. E oggi Gesù chiede ad ognuno di noi da che parte vogliamo stare, poiché in questa ultima battaglia non sono previste zone neutrali: o stiamo dalla sua parte, raccogliendo insieme, giorno dopo giorno, i frutti della vittoria sul campo o stiamo dall’altra parte, arretrando sempre più in una escalation d’orgoglio autolesionista e in un arroccamento suicida. O stai dalla parte di Gesù, fronteggi con lui e avanzi insieme a lui, o stai dalla parte del Maligno.

Certo, stando sul fronte, il rischio di venire colpito dal nemico sussiste, ma dalla parte di Gesù non si registrano e non si registreranno mai caduti in battaglia, lui, infatti, è la risurrezione e la vita e chi perderà la propria vita per causa sua sarà salvato. E se, avendo combattuto dalla parte del maligno, vogliamo passare nelle file del Regno di Dio, ci viene assicurata misericordia e salvezza in Cristo Gesù.

«Per il resto, rafforzatevi nel Signore e nel vigore della sua potenza. Indossate l’armatura di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro la carne e il sangue, ma contro i Principati e le Potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.
Prendete dunque l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno cattivo e restare saldi dopo aver superato tutte le prove. State saldi, dunque: attorno ai fianchi, la verità; indosso, la corazza della giustizia; i piedi, calzati e pronti a propagare il vangelo della pace. Afferrate sempre lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutte le frecce infuocate del Maligno; prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio. In ogni occasione, pregate con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, e a questo scopo vegliate con ogni perseveranza e supplica per tutti i santi».

– Efesini 6,10-18

fra Saverio Benenati, OFM Conv.