Rimanete nel mio amore

Gesù non offre cose di cui essere contenti per un po’, ma ci riempie del suo amore per poter volare alto, liberi e gioiosi.

Dal Vangelo secondo Giovanni (15,9-11)

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:

«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.

Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.

Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».

 

 

 

La pagina evangelica odierna è la continuazione di quella della “vite vera e dei tralci” che abbiamo meditato ieri e ne è anche il completamento. Come le due tavole della Legge mosaica, le Dieci Parole o comandamenti che dir si voglia, ci parlano da una parte dei doveri nei confronti di Dio e dall’altra dei doveri nei confronti del prossimo, così in questo discorso ci viene detto, secondo la logica inversa del Vangelo, da una parte ciò che fa il Padre per l’uomo (taglia e pota) e il suo fine (portare molto frutto) e dall’altra ciò che fa il Figlio per l’uomo (il dono della pace e del comandamento nuovo dell’amore) e il suo fine (la gioia).

 

 

I due atti sono consequenziali: se non permettiamo a Dio di tagliare e potare nella nostra vita non porteremo il frutto della pace, dell’amore e della gioia. Guardate che corrispondenza perfetta ritroviamo in Gal 5,22, laddove Paolo esorta i credenti ad abbandonare le opere della carne: «Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé».

Gesù non offre ai suoi discepoli cose di cui essere contenti per un po’, ma vuole riempirci della sua pace e del suo amore per poter volare alto gioiosi, sopra ogni avversità. Ma per sperimentare questa gioia piena, totale e totalizzante, dobbiamo essere disposti a troncare con i desideri della carne che ci tengono legati a terra come un filo che trattiene il palloncino dal librarsi libero e alto nel cielo.