Se il tuo fratello commetterà una colpa

Prima di ogni correzione fraterna occorre tanta preghiera perché al centro ci stia sempre il Signore e il suo amore misericordioso.

Dal Vangelo secondo Matteo (18,15-20)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

 

 

 

Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te… tre sono i rischi da cui Gesù ci mette in guardia: la pubblicità, il pettegolezzo e la rivalsa.

Il diffondere platealmente l’accaduto facendolo sapere a chiunque piuttosto che il pettegolezzo che, come ben sappiamo, ad ogni passaggio non fa che ingigantire le cose, magari aggiungendovi particolari inesistenti… servono solo a mettere in un angolo il fratello facendogli terra bruciata tutt’intorno. “Non sparlate gli uni degli altri“, dice la Scrittura (Gc 4,11). Il pettegolezzo non è cosa meno brutta e riprovevole solo perché adesso gli si è cambiato il nome e lo si chiama “gossip”.

Una volta una donna andò a confessarsi da san Filippo Neri, accusandosi di aver sparlato di alcune persone. Il santo l’assolse, ma le diede una strana penitenza. Le disse di andare a casa, di prendere una gallina e di tornare da lui, spiumandola ben bene lungo la strada. Quando fu di nuovo davanti a lui, le disse: “Adesso torna a casa e raccogli una ad una le piume che hai lasciato cadere venendo qui”. La donna gli fece osservare che era impossibile: il vento le aveva certamente disperse dappertutto nel frattempo. Ma qui l’aspettava san Filippo. “Vedi – le disse – come è impossibile raccogliere le piume, una volta sparse al vento, così è impossibile ritirare mormorazioni e calunnie una volta che sono uscite dalla bocca”.

 

 

Il parlare a tu per tu o insieme a dei fratelli degni di stima ovvero dinanzi alla comunità, ha l’obiettivo di far prendere coscienza dell’errore commesso dando sempre l’opportunità di chiarire i fatti (spesso chi commette un errore non intendeva farlo o non pensava alle possibili conseguenze negative delle sue azioni) ed eventualmente di ravvedersi, ma soprattutto di “guadagnare” un fratello o una sorella che altrimenti andrebbe perduta per sempre, ricostruendo così l’unità infranta o ferita. Troppo spesso, invece, come avviene ad esempio nelle sette, si chiama a raccolta la comunità perché agisca drasticamente, allontanando il colpevole e troncando ogni rapporto con esso.

Per questo occorre, prima di ogni correzione fraterna, tanta preghiera perché al centro non ci stia la colpa o la persona che ha sbagliato, ma il Signore che con il suo amore misericordioso ci vuole legare a sé e gli uni agli altri.