Battesimo del Signore – B

Dio ha posto dentro ogni uomo il suo compiacimento. Egli ci guarda dentro con benevolenza.

Dal Vangelo secondo Marco (1,7-11)

In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

 

 

 

Il testo evangelico della festa del Battesimo del Signore di quest’anno è molto “asciutto”, come d’altronde è nello stile dell’evangelista Marco. Poche parole, ma di una grande profondità e ricchezza.

L’episodio si apre subito con l’annuncio del Battista che l’opera profetica da lui iniziata sarà portata a compimento da uno che è più forte di lui. Ma in che senso Gesù sarebbe “più forte”? Lo spiega lo stesso profeta Giovanni subito dopo: Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo. Il battesimo di Cristo non è un semplice segno esteriore di pentimento e di conversione e “non porta via la sporcizia del corpo” (1Pt 3,21), ma è qualcosa di più sostanziale, perché avviene “in Spirito santo”, cioè nella potenza creatrice e rinnovatrice di Dio.

Cosa accade infatti col battesimo di Gesù da cui parte il compimento di quanto il Precursore aveva iniziato profeticamente? Uscendo dall’acqua, i cieli si squarciano e lo Spirito discende come una colomba. I cieli si squarciano, così come si squarcerà il velo del tempio di Gerusalemme alla morte di Gesù. Ciò che è squarciato non è più ricucibile, avviene perciò qualcosa che è irrevocabile, da cui non si può tornare indietro. Ed è qualcosa che riguarda i “cieli”, cioè riguarda Dio e la sua opera. Dio fa qualcosa da cui non tornerà indietro.

Che cosa? Due cose irrevocabili. La prima: la nuova creazione in Cristo Gesù, indicata dal segno dello Spirito che volteggia su di lui come in principio sul creato e poi anche dopo il diluvio di ri-creazione della terra. La seconda: la proclamazione che Gesù è il figlio amato da Dio.

Tutto ciò ha un significato preciso: Gesù Cristo è il luogo sorgivo della vita nuova dei credenti prodotta dall’azione congiunta dello Spirito santo e della Parola creatrice di Dio. Infatti, come all’inizio della creazione tutto ciò che Dio dice si compie, viene all’esistenza, si realizza, così chiunque è battezzato in Cristo Gesù, non tanto e non solo viene proclamato figlio di Dio, ma lo diventa realmente. Nel battesimo viene all’esistenza una creatura nuova, un uomo nuovo, in cui dimora tutto l’amore di Dio. È un atto irrevocabile da parte di Dio che neanche l’uomo potrà mai cancellare.

Per quanto si possa voltare le spalle a Dio, rinnegare la propria figliolanza nei suoi confronti, negarne persino l’esistenza, Dio non farà venir meno il suo amore paterno nei nostri confronti. Il suo è un amore fedele, stabile e duraturo. È stato scritto a caratteri cubitali col sangue del suo Figlio Unigenito.

L’uomo potrà considerare Dio un nemico, un rivale da combattere o da cui tenersi alla larga, ma Dio non ci mostrerà mai un volto diverso da quello suo proprio che è l’amore. Un amore ostinato ed estremo fino alla morte, un amore proclamato proprio nel velo squarciato del tempio al momento della sua morte sulla croce. Perché senza l’amore, senza il suo amore, il nostro destino sarebbe segnato per sempre, resterebbe inchiodato sulla croce in una sofferenza e una morte eterne.

Ogni uomo ha bisogno di essere amato, di sperimentare umanamente l’amore, di essere accolto, custodito e sorretto da qualcuno che lo ami. La vita non ha senso senza amore. E ad amare si impara dall’esperienza di essere amati.

 

 

Oggi, perciò, la Parola proclama che noi siamo amabili, che siamo importanti per “qualcuno” che ci ama così come siamo nella nostra umanità ferita dal non-amore, che noi valiamo il sangue benedetto del Figlio di Dio, che la nostra esistenza è più importante della vita stessa del Figlio di Dio per cui è valsa la pena morire al posto nostro sulla croce prendendo su di sé tutto il male e il peccato del mondo.

Dio ha posto dentro ogni uomo il suo compiacimento. Egli ci guarda da dentro con benevolenza. Cerchiamolo questo sguardo d’amore di Dio dentro noi stessi. Sant’Agostino rivela nelle sue Confessioni di aver cercato Dio fuori di sé mentre invece Dio era dentro di sé, gli era più intimo di sé stesso. Guardava alle cose create ma non vedeva questo sguardo d’amore di Dio su di lui.
In me, in te, c’è una luce di bene che dobbiamo scoprire, una parola d’amore che dobbiamo ascoltare. È il compiacimento di Dio che prescinde ciò che possiamo fare o aver fatto nella vita. Non è l’autocompiacimento di cui ci rivestiamo in base al gradimento che attribuiamo alle nostre azioni e alla qualità della nostra vita, ma è un compiacimento che possiamo sentire dentro noi stessi per cui ci apprezziamo, sappiamo riconoscere e dare valore alla nostra esistenza a prescindere da tutto. Io valgo, io sono importante, io sono degno d’amore, io sono fatto per cose grandi, io sono stato pensato per il cielo e Dio si prende cura di me. Come sarebbe diversa la nostra vita se ci sapessimo voluti bene così, a prescindere!

Allora scopriremo di essere abitati da una forza che ci permetterebbe di scalare ogni montagna della vita, ogni ostacolo del male, come farà Gesù a partire dal suo battesimo nel Giordano. Da quel momento, con la potenza dello Spirito d’amore del Padre, affronterà in maniera determinata, quasi ostinata, la sua missione di rivelare al mondo il volto del Padre fino alla morte estrema sulla croce. Proprio lì sulla croce ha avuto la forza di invocare l’amore del Padre anche per i suoi crocifissori.

È questa “forza” che il Battista ha riconosciuto in Gesù, la forza dell’amore. È di questa “forza” che il Padre vuole riempirci, se solo sappiamo riconoscere, accogliere e coltivare quel seme di compiacimento che ha posto dentro ogni uomo, anche in te. Lasciati, dunque, amare da Dio e nella fede in Gesù, terreno buono della nuova creazione, coltivalo e fallo crescere e ne godrai i frutti.

fra’ Saverio Benenati, ofm conv.