I teenagers di oggi non sono poi tanto diversi da quelli delle generazioni precedenti, forse un po’ più “fast” e sicuramente meno “for future”.
I giovanissimi della generazione Alpha, cioè i nati dalla metà del 2010 in poi, sarebbero in grado di immergersi nella realtà digitale meglio e più efficacemente delle generazioni precedenti. E non potrebbe forse essere diversamente, dato che sono nati già iperconnessi, con a disposizione strumenti tecnologici all’avanguardia.
Da questa generazione che sta crescendo di pari passo all’Intelligenza Artificiale non si sa ancora cosa ci sia da aspettarsi. Sicuramente molte sono le preoccupazioni da parte degli psicologi e degli educatori che stanno chiedendo con forza alle istituzioni di vietare l’uso degli smartphone e similari almeno nelle aule scolastiche. Il dibattito è aperto tra chi vuole tirare con forza il freno a mano e chi, invece, ipotizza una digitalizzazione totale dell’insegnamento anche con l’uso dell’AI.
Ma c’è una recente indagine realizzata in Francia che ci riporta un po’ con i piedi per terra o almeno ci fa guardare alla Generazione Alpha con un misto di compassione e sorpresa, dal retrogusto amaro.
Pixpay, una startup francese leader nel settore del teen banking, fornitore di mezzi di pagamento elettronici per giovanissimi anche al fine di educarli finanziariamente, ci restituisce un’immagine degli adolescenti di oggi non molto diversa da quelle delle precedenti generazioni. L’ipotizzato stacco generazionale tra i ragazzini di oggi e i giovani e gli adulti che li hanno preceduti non sembra esserci affatto.
Analizzando le abitudini di adolescenti e genitori per quanto riguarda la paghetta, le spese dei ragazzi e il modo in cui il denaro viene gestito dai giovanissimi nel periodo dell’ultimo anno scolastico (dal settembre 2023 al giugno 2024), tra consumi delle ragazze si aggiudicano il podio brand quali Shein, McDonald’s e Apple, mentre i loro coetanei maschi prediligono McDonald’s, Apple e Playstation.
Se allarghiamo lo sguardo alla top ten dei consumi adolescenziali, per quanto riguarda le ragazze figurano al quarto posto Deliveroo, seguito da Amazon, Subdued, Tezenis, Uber, Zara e Vinted, mentre i consumi dei ragazzi si estendono a Google in quarta posizione, seguito da Deliveroo, Amazon, Vinted, Shein, Steam Games e Burger King.
Da questa classifica è evidente come la generazione fast food e fast fashion non abbia preso le distanze dalla mentalità consumistica dei loro fratelli e sorelle maggiori e persino dei loro stessi genitori. La generazione dei Friday for future non sembra poi così tanto ecologista ed ecosostenibile negli altri giorni della settimana. Tra consegne a domicilio e videogiochi appare piuttosto come una generazione seduta in poltrona, poco propensa al movimento e alla socialità, ma soprattutto a compiere scelte etiche e solidali, alternative rispetto alla mentalità consumistica che ha caratterizzato le generazioni passate.
Qualcuno si prenderà la briga di educare le nuove generazioni ad una ecologia integrale in cui le legittime e doverose istanze ecologiche trovino sponda nella loro vita e nelle scelte quotidiane? Qualcuno dovrà pure informarli del fatto che il loro stile di vita spesso incide pesantemente sulla vita di loro coetanei sfruttati dall’altra parte del mondo, su interi territori asiatici e africani ridotti a discarica di indumenti usa-e-getta, sul loro stesso mondo che contribuiscono a rendere sempre più ingiusto con il tanto spreco di cibo che finisce nella spazzatura e di risorse ambientali, su un mondo e una società che stanno contribuendo a rendere sempre più individualista e solitario.