Giovani e pandemia

Con la pandemia si è aperto uno spazio sul mistero della vita su cui sembra sceso solo un imbarazzato silenzio.

 

 

L’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) afferma in un report pubblicato ad agosto 2020 su giovani e Covid che il 67% dei giovani in età compresa tra 18 e 29 anni può essere soggetto ad ansia o depressione. Il benessere mentale peggiora quando il percorso scolastico si interrompe e le aspettative per il futuro diventano incerte. In realtà si parlava da tempo della condizione giovanile in Italia come situazione faticosa nell’affrontare il proprio futuro, soprattutto in relazione agli sbocchi lavorativi.

Molti giovani hanno vissuto da vicino una morte disumana di parenti e amici: quella che ha negato l’accompagnamento, impedendo di poter dire anche solo un’ultima parola ai propri cari che sono morti da soli; senza la consolazione di un saluto finale e delle esequie rituali. La lunga fila di bare sui mezzi militari ha restituito una piccola cassetta di ceneri: in poche ore la presenza di un corpo è svanita nel nulla. Per le giovani generazioni è sicuramente stata la prima esperienza diffusa della fragilità della vita. La noia generata dal benessere e dai consumi è stata scossa da un forte temporale.

Sono situazioni che avrebbero richiesto di poter dire una parola, di potersi scambiare racconti, di porre delle domande e di offrire qualche pur fragile risposta. Si è aperto un grande spazio sul mistero della vita con la ricerca di risposte sul senso della vita, sulla morte, sul destino dell’uomo, ma l’impressione è che sia sceso solo un imbarazzato silenzio sia dalle figure genitoriali adulte, sia dalle agenzie educative sociali, sia anche da buona parte delle realtà ecclesiali.

La nostra esperienza di GIOVANI MGF è stata quella di non chiuderci in noi stessi, ma di sfruttare al massimo le opportunità dell’online, sia per continuare ad incontrarci tra noi e attorno alla Parola, sia per condividere con chiunque altro lo desiderasse, la nostra testimonianza di fede e di vita. Gli incontri Alpha e Discepoli, con un po’ di perplessità iniziale a motivo dell’assenza del contatto fisico e della convivialità che li caratterizzano, sono passati online e in tanti hanno risposto all’invito. E se è vero che non si vede l’ora di incontrarsi in presenza, di abbracciarsi, di condividere insieme una cena o un aperitivo, è innegabile che l’amore fraterno, l’accoglienza gioiosa, la testimonianza della propria fede, quando sono vere, arrivano al cuore dell’altro attraverso qualunque mezzo.

Ringraziamo il Signore per i tanti fratelli e sorelle che il Signore ci sta donando in questo tempo, per quelli che l’hanno conosciuto e incontrato grazie agli incontri online e per quanti hanno sentito la chiamata al discepolato-missionario in maniera attiva e convinta per restituire ai loro coetanei quanto hanno sperimentato e ricevuto.

Nel cap. 4 degli Atti degli apostoli è narrato un episodio emblematico per questo tempo di pandemia. Pietro e Giovanni, dopo essere stati condotti davanti al Sinedrio che li ha minacciati severamente di non parlare più nel nome di Gesù, tornano dai fratelli a cui raccontano i fatti e delle intimidazioni subite. La comunità, allora, piuttosto che impaurirsi o chiudersi in sé stessa o pensare ad una strategia di difesa, esplode in una bellissima preghiera in cui chiede il dono di una rinnovata e convinta testimonianza: «E ora, Signore, volgi lo sguardo alle loro minacce e concedi ai tuoi servi di proclamare con tutta franchezza la tua parola, stendendo la tua mano affinché si compiano guarigioni, segni e prodigi nel nome del tuo santo servo Gesù».
E l’autore conclude che dopo quella preghiera si rinnovò quanto avvenuto il giorno di Pentecoste:  «Quand’ebbero terminato la preghiera, il luogo in cui erano radunati tremò e tutti furono colmati di Spirito Santo e proclamavano la parola di Dio con franchezza».

Di fronte alla minaccia della pandemia e alle restrizioni socio-sanitarie, il Signore ci ha concesso di vivere un’esperienza dello Spirito che ci ha colmati di gioia e ci ha fatto dono di fratelli e sorelle che hanno accolto la Parola di vita e di salvezza. Un esperienza ancora in atto che vogliamo condividere con tutti i giovani che non intendono mettere a tacere le domande di vita e di senso che ci sono sempre state, ma che questo tempo ha permesso venissero a galla più distintamente.

Se vuoi maggiori informazioni, inviaci una email o mandaci un messaggio privato tramite i nostri social. Per noi è sempre una gioia entrare in contatto e conoscere altri giovani come noi. Sarai sempre il benvenuto!