I Domenica di Quaresima – B

Entriamo nella quaresima per permettere alla Parola e allo Spirito di Dio di farci rinascere come creature nuove.

Dal Vangelo secondo Marco (1,12-15)

In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

 

 

 

La prima Domenica di Quaresima, come ogni anno, ci propone il Vangelo delle tentazioni. Ma a differenza degli altri anni liturgici, in questo Ciclo B delle letture domenicali, leggiamo il racconto dal Vangelo secondo Marco che con il suo tipico stile asciutto, con poche parole, ci offre l’essenziale da ritenere.

Come abbiamo sottolineato nella riflessione all’inizio di questa Quaresima, lo scorso Mercoledì delle Ceneri, questo tempo è orientato alla Pasqua di Cristo in cui saremo chiamati a rinnovare e rivitalizzare la nostra pasqua personale, il nostro essere rinati a vita nuova mediante le acque del battesimo.

Così, sia la prima che la seconda lettura di questa Domenica insistono sull’esperienza del cosiddetto “diluvio universale”, quell’atto con cui Dio ha ricreato l’umanità che si era abbandonata al male e che, come scrive san Pietro, è “immagine del battesimo”.

Il rimando al diluvio e l’esperienza del deserto in cui Gesù si confronta con Satana, non sono casuali. Entrambi ci dicono che prima il battesimo e poi la Quaresima non sono il maldestro tentativo da parte nostra di rimettere insieme i cocci della nostra esistenza malata. Il battesimo prima e il tempo della Quaresima poi sono invece l’opportunità che diamo a Dio di ricostruire la nostra vita ex-novo, di rigenerarla pienamente e compiutamente. Per la fede in Cristo Gesù abbiamo l’opportunità di rinascere di nuovo e dall’alto, come dirà Gesù stesso a Nicodemo nel famoso dialogo notturno che leggiamo in Gv 3,1-21.

Si entra nel deserto-quaresima perché sospinti dallo Spirito, come tempo e opera dello Spirito santo che vuole farci rinascere di nuovo e dall’alto. È un tempo in cui siamo chiamati a renderci docili all’azione dello Spirito in noi che non intende compiere una mera ricostruzione estetica, una sorta di maquillage spirituale, ma una profonda trasformazione interiore ed esteriore. E per far questo, occorre partire partire dal deserto, dalla terra informe e deserta come quella all’inizio della creazione o come quella emersa dopo il diluvio.

 

La parola ebraica midbar, che traduciamo con deserto, significa in realtà “il posto della parola”, il luogo nel quale la parola di Dio opera. Deserto, perciò, è ogni volta che permettiamo alla Parola di Dio di compiere qualcosa di nuovo nella nostra vita. Deserto è prendere coscienza del nostro essere informi e quindi bisognosi di essere plasmati dalla Parola di Dio. Deserto è quando permettiamo a Dio di farci creature nuove soffiando in noi il suo alito di vita.

Gesù, dunque, entra nel deserto, nel nostro deserto, entrando immediatamente in conflitto con Satana, il serpente primordiale origine di ogni male, e lo vince al posto nostro e in nostro favore. Infatti, subito dopo vediamo che questo deserto è abitato dalle bestie selvatiche e dagli angeli di Dio, un richiamo diretto agli esseri viventi e quelli celesti che abitavano il giardino dell’Eden. Il deserto non è più un luogo aspro e inospitale, ma, per l’obbedienza e la sottomissione all’azione dello Spirito e per la vittoria sul Maligno, diventa il giardino della nuova creazione.
Così sarà anche la nostra quaresima, se permetteremo alla Parola di Dio, la spada dello Spirito, di modellarci come nuove creature, di combattere per noi la battaglia contro il male, di introdurci nel giardino nuovo del Regno di Dio.

Non entriamo nella quaresima per combattere contro il male come cavalieri solitari né per costruirci il nostro personale giardino di delizie spirituali, ma per permettere alla Parola e allo Spirito di Dio di farci rinascere come creature nuove, quali figli di Dio a immagine e somiglianza del Figlio di Dio Gesù Cristo, nella sua nuova creazione di cui la Chiesa è porzione e profezia.

Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino. È questo il tempo per entrare nel deserto in cui ha inizio il Regno di Dio, in cui Satana è sconfitto e la vita nello Spirito fiorisce. È questo il tempo della conversione, di uscire dai nostri giardini fioriti di piante ornamentali ma infruttuose e pieni di nani di gesso colorati, giardini che ci danno solo una finta apparenza di benessere umano e spirituale, per introdurci nel deserto della fede in cui, per la fiducia accordata al Vangelo, permettiamo allo Spirito di edificare in noi e attorno a noi il suo Regno di vita, di libertà, di amore e di comunione con Dio e i fratelli. È questo il tempo di credere al Vangelo, di fidarci di Dio e di lasciargli piena libertà di azione in ciascuno di noi.

fra’ Saverio Benenati, ofm conv.