Santissima Trinità – B

La Chiesa è chiamata a testimoniare ed annunciare a tutti i popoli l’amore di Dio, perché credendo posseggano l’amore e siano posseduti dall’amore.

Dal Vangelo secondo Matteo (28,16-20)

In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.
Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

 

 

 

La celebrazione odierna ci proietta al cuore stesso di Dio, alla sua identità più profonda, al suo essere unico e bastevole a sé stesso, ma allo stesso tempo relazione. E non potrebbe essere altrimenti poiché l’amore per essere quello che è ha bisogno di un “tu”, ha bisogno di una relazione, di uscire da sé stesso. L’amore è per sua natura diffusivo, perciò Colui che è Amore è anche allo stesso tempo Amante ed Amato.
Tutto ciò lo sappiamo non per capacità nostra, tutta umana, ma per rivelazione, perché il nostro Dio ci ha rivelato la sua identità e ce l’ha fatta sperimentare. Per quanto possa apparire assurdo, come leggiamo nella prima lettura di oggi tratta dal cap. 4 del libro del Deuteronomio, l’uomo è stato fatto spettatore del grande amore di Dio per l’umanità, ha potuto ascoltare la sua voce, ha potuto sperimentare la sua potenza. Non per averne paura, ma “perché sia felice tu e i tuoi figli dopo di te”.
Infatti, come scrive l’apostolo Giovanni, nell’amore non può esserci timore (cfr 1Gv 4,18), ma fiducia.
Possiamo esprimere meglio questo concetto in altro modo. Chi è che sperimenta l’amore e quindi conosce veramente Dio? Chi si fida di lui. L’amore è non è solo una relazione affettiva, ma è anche un atto conoscitivo e pertanto unitivo. Non a caso nella Scrittura il verbo conoscere esprime anche il possedere.

A differenza di Satana che conosce-possiede solo il male, che ha potere solo sui regni della terra su cui unicamente può strisciare e di cui si può unicamente nutrire (cfr Gen 3, 14; Lc 4,5-7), il nostro Dio è potente in cielo e sulla terra, non solo nei cieli e non solo sulla terra. La potenza di Dio si manifesta proprio nella sua capacità di possedere pienamente il bene, ma anche tutto il male del mondo. Dai cieli, dalla sua condizione di Dio, è sceso sulla terra assumendo la natura umana e si è fatto carico di tutto il male del mondo: “Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio” (1Cor 5,21).

È questo il potere di Dio, il potere dell’amore che ci è stato rivelato in Cristo Gesù, il Dio-fatto-uomo: A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. In Gesù, il Figlio, Verbo eterno del Padre, Dio ci ha rivelato tutto il suo amore quando ha sconfitto in sé stesso tutto il male del mondo.
Lui non solo ha potere in cielo e sulla terra, sul bene e sul male, ma anche il potere di mettere in relazione la terra e il cielo. Dio, infatti “vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità. Uno solo, infatti, è Dio e uno solo anche il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli l’ha data nei tempi stabiliti, e di essa io sono stato fatto messaggero e apostolo” (1Tm 2,4-7).

 

 

È di questa verità, del grande amore di Dio rivelato a noi in Cristo Gesù e dell’aver costituito Gesù unico ponte tra il cielo e la terra e viceversa, che i discepoli devono essere messaggeri ed apostoli.
La Chiesa ha ricevuto quest’unico grande mandato dal Cristo: essere discepola che forma altri discepoli mediante l’annuncio dell’amore di Dio che porta alla fede e pertanto incorpora al cuore stesso della santissima Trinità – Padre, Figlio e Spirito santo – e insegnando a vivere nell’amore e secondo la legge dell’amore come ci ha insegnato lo stesso Cristo Gesù.

In parole povere, la Chiesa è chiamata a testimoniare ed annunciare a tutti i popoli l’amore di Dio, perché credendo posseggano l’amore e siano posseduti dall’amore. Suo compito è non solamente quello di entrare nella relazione d’amore trinitaria di Dio, ma di assumerne anche le dinamiche relazionali diffusive perché tutti conoscano e sperimentino l’amore di Dio, affinché “Dio sia tutto in tutti” (1Cor 15,28).

In questo arduo compito, che talvolta, come gli apostoli, ci fa dubitare di noi stessi e perfino della potenza di Dio, non siamo soli. L’Emmanuele, il Dio-con-noi, ci accompagnerà, opererà come ha sempre fatto in nostro favore, ci darà forza e potenza e sconfiggerà per noi i nostri nemici, “tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.

fra’ Saverio Benenati, ofm conv.