Uno sguardo…

Assisi per me ha gli occhi di Sibilla, di Alice, di Roberta, di Giusy, di Nunzia, di Gabriele, di Chiara… ha gli occhi di Cristo!

«Dopo tanti anni, finalmente è arrivato il mio momento! Partirò ad Assisi!». Queste le parole nella mia testa al momento della conferma dell’iscrizione per il convegno nazionale Giovani verso Assisi, un cuore traboccante di gioia incontenibile, al punto di dirlo a ogni persona che incontravo: «lo sai? Vado al GvA!», «Non ci sono per il ponte dei morti, mi dispiace (non è vero), perché parto per il GvA». Gesù mi voleva lì, quest’anno, non prima.

Quando penso ad Assisi non penso solo, da aspirante architetto, al bellissimo borghetto medievale arroccato su un’altura con le sue bellezze architettoniche… piuttosto mi viene in mente il sole il cui calore ci ha abbracciati, la pioggia che ci ha bagnati, il vento che ci ha rinfrescati, la Porziuncola che ci ha accolti, la preghiera che ci ha guidati, la gioia che ci ha illuminati… mi vengono in mente i fratelli compagni di questo viaggio sempre fresco, sempre nuovo.

Durante un momento di discernimento sulla Sapienza, ecco che arrivano “le parole”, quelle parole tanto cercate in una vita senza Lievito: «…in fondo tutti cerchiamo due occhi da guardare, e due occhi che ci guardino!». Silenzio.

Dopo quel momento, quelle parole hanno iniziato a risuonare nella mia mente, come il battito di un cuore, come tamburi in un giorno di festa: “occhi… occhi… gli occhi, i Tuoi occhi.. uno sguardo… il Tuo sguardo! E dov’è questo sguardo?”.  Li è iniziato il momento più difficile di questo viaggio, la mia notte in questo lungo giorno. Ho iniziato a camminare, camminare sola con queste parole ancora nella mente in un vortice di dubbi e pensieri, leggendo ancora il passo della riflessione, in attesa di un segno, uno solo… mi sarebbe bastato. «Perché non mi fai vedere questo sguardo? Cos’altro ancora devo fare? Dov’è? Fammelo vedere!». Un giorno intero con questo chiodo fisso: Come va? – mi chiedevano – «Non potrebbe andare peggio!». MA il bello della notte è che prima o poi sorge il sole!

L’ultimo giorno, davanti il crocifisso di S. Damiano, lo stesso crocifisso che ha parlato a san Francesco, ho chiesto che parlasse anche a me, ho chiesto di vedere quello sguardo, quello che non mi aveva fatta dormire, quello che riempiva i miei pensieri. Continuavo a guardarlo, ma niente! Al culmine del mio nervosismo, ecco la risposta! Una luce davanti ai miei occhi mi distoglie dal fissare la croce e mi volto verso i fratelli che avevo accanto e un sorriso torna ad illuminare il mio viso: «caspita! – ho pensato – come ho fatto a non accorgermene prima? È dal primo momento, da quando sono arrivata, che Gesù mi mostra il suo sguardo!» Come? Beh, attraverso ogni singolo fratello e sorella che mi ha guardata, che mi ha sorriso, che mi ha parlato, che mi ha abbracciata. Mentre io ero stata troppo occupata a cercarlo altrove, quando era proprio accanto a me.

Assisi per me è uno sguardo… quello sguardo.
Assisi per me ha gli occhi di Sibilla, di Alice, di Roberta, di Giusy, di Nunzia, di Gabriele, di Chiara… ha gli occhi di Cristo!

Ornella Palmisciano, Porziuncola di Paternò