Cosa hanno in comune il problema del Debito Pubblico e quello dell’irrilevanza della fede nei giovani di oggi?
«Oggi ci si trova davanti a quella che può essere definita la “prima generazione incredula” dell’Occidente: una generazione che non si pone contro Dio o contro la Chiesa, ma una generazione che sta imparando a vivere senza Dio e senza la Chiesa» (A. Matteo, La prima generazione incredula, ed. Rubettino, p. 20). I giovani di oggi, al pari degli adulti che hanno modo di vivere in mezzo ad essi, sanno bene quanto questa affermazione sia già datata come il saggio da cui è tratta la citazione, la cui prima edizione risale al 2010. I giovani degli anni 20 di questo inizio del secondo millennio, hanno già imparato a vivere e di fatto vivono senza Dio e senza la Chiesa. Molti di essi non sanno nulla di Dio e della Chiesa perché già i loro genitori hanno imparato a farne a meno, molti di più hanno imparato a farne a meno proprio dall’esperienza vissuta tra i banchi del catechismo. Qui non ci soffermeremo sulle motivazioni remote e presenti, intra ed extra ecclesiali, che hanno prodotto questa generazione di increduli e destinata ad espandersi in maniera esponenziale nei prossimi decenni, vogliamo piuttosto approfondire il senso e le conseguenze dell’irrilevanza di Dio e della Chiesa nella vita dei giovani di oggi e di domani. E lo facciamo puntando l’attenzione su un altro tema “irrilevante” nel sentire dei giovani di oggi cioè la questione del Debito Pubblico.
Cosa è il Debito Pubblico? È il debito contratto da uno Stato per far fronte al proprio fabbisogno. I titolari del debito pubblico, ossia i creditori dello Stato in questione, sono tutti quei soggetti che hanno finanziato lo Stato in qualche maniera. In parole povere, una Nazione per portare avanti il suo apparato e mantenerlo efficiente (amministrazione pubblica, scuole, sanità, viabilità e trasporti, etc.) emette dei titoli di credito che è chiamato a ripagare con gli interessi alla loro scadenza. Dove trova lo Stato i soldi per pagare il suo debito? Con la tassazione sulle famiglie e le imprese. Ma cosa succede se le tasse non riescono a coprire il fabbisogno corrente e quello per ripagare i titoli di credito? Si emettono altri titoli di credito! Ed è così che ad inizio del 2021 il Debito Pubblico italiano ammontava a circa 2.600 miliardi di Euro. Detta così, la cosa sembra appartenere a quella entità “astratta” che è lo Stato (il Governo, i politici…) senza alcun rilievo nella vita quotidiana di un giovane di oggi. Invece, la questione del Debito Pubblico è molto rilevante per ogni singolo cittadino della nostra nazione! Nel 2020 ogni italiano, neonato o pensionato, disoccupato o miliardario che sia, ha sulle spalle un debito di circa 43.000,00 Euro. A volerla dire tutta, il peso è maggiore per i giovani che per gli anziani, poiché i primi hanno sulle spalle non solo la loro personale quota di debito, ma anche gli interessi che tale debito produrrà negli anni a venire (per capire meglio la questione vi invitiamo a leggere l’articolo del Sole24Ore risalente all’Aprile 2019: Quanti anni hai? Scopri quanto devi pagare di debito pubblico). Ciò significa, stando ai dati del 2019, che chi è nato tra il 1996 e il 2003 ha un debito personale di circa 55.500,00 Euro mentre chi è nato tra il 2017 e il 2019 ha già un debito di circa 60.500,00 Euro.
Tutto ciò ha un peso più che rilevante non solo sull’economia della nazione in generale, ma anche sulla vita quotidiana di un giovane e sui suoi progetti riguardo le scelte occupazionali o professionali, il mettere su famiglia o un’impresa, etc. Anche se la vita scorre come se niente fosse, come se questo debito non esistesse, di fatto esso influenza considerevolmente l’oggi e il domani di ogni giovane fin dalla sua nascita e lo accompagna per tutta la vita. L’esosità dell’imposizione fiscale sugli individui e sulle imprese è tale che in Italia il cosiddetto “tax freedom day”, il giorno dell’anno in cui si finisce di lavorare per pagare le tasse e si comincia a guadagnare per sé stessi, nel 2020 è stato il 4 Giugno. Poco più di 5 mesi si lavora per lo Stato e il resto, poco meno di 7 mesi, si lavora per sé stessi, la propria famiglia e l’eventuale impresa personale. E ogni anno che passa la data si sposta sempre più in avanti.
Detto in questi termini, quella che a prima vista – la questione del Debito Pubblico – appariva come qualcosa di irrilevante, è invece un macigno che condiziona profondamente la vita di ogni singolo individuo e di tutta la Nazione in termini di sviluppo, di servizi, di infrastrutture.
Dopo questa disanima sul Debito Pubblico, siamo così certi che anche la questione su Dio e la Chiesa sia così irrilevante? Non è forse vero che la nostra vita è fortemente condizionata dal male, dalla cattiveria delle persone, dalle invidie, dalle gelosie, dalla falsità, dai tradimenti, dalle ingiustizie, dall’insostenibilità ambientale di molti comportamenti, dalla povertà, dalle guerre…? Chi di noi può dire di non essere stato coinvolto e ferito dal male o persino di non averne provocato ad altri con le proprie azioni, comportamenti e scelte? Il male c’è, è presente e agisce nel mondo, ci coinvolge tutti in un modo o in un altro. Tutti vorremmo esserne esentati, liberati o almeno uscirne indenni. Ma sappiamo bene che non ne siamo padroni, non possiamo né annientarlo né tanto meno manovrare i suoi colpi per dirigerli altrove, lontano da noi stessi. E se non ne siamo padroni, allora ne siamo schiavi e dipendenti. La questione del male non è perciò affatto irrilevante.
Ebbene, c’è qualcosa o qualcuno che può liberarci dalla dipendenza dal male? La risposta è sì ed è Gesù. Egli ha preso su di sé il male e lo ha inchiodato sulla croce in nostro favore. San Paolo scrive che Gesù ha tolto di mezzo “il documento scritto contro di noi” (Col 2,14), quel titolo di debito che ci tiene schiavi e assoggettati al male e per il quale ci usa come suoi servi. Gesù ci ha resi persone libere, libere di affrontare e vincere il male, libere di seminare il bene attorno a noi. Dio ci ha tanto amati da liberarci dalla schiavitù del male pagando di persona, a prezzo del suo sangue, al posto nostro. Non abbiamo alcun debito, non siamo schiavi di nessuno, non siamo costretti a vivere e operare per il male e condizionati da esso. Questo dono di liberazione e di una vita nuova, da persone libere e liberanti, lo riceviamo da Dio stesso per mezzo della Chiesa, la comunità credente depositaria della sua Parola e dei segni visibili (sacramenti) della sua presenza e della sua azione.
Dire che Dio e la Chiesa sono irrilevanti, che si può benissimo vivere senza, significa rassegnarsi al male o, peggio ancora, volerne restare in qualche misura o schiavi o suoi docili strumenti. Se per te questo risulta intollerabile, allora non ti resta che chiedere e sperimentare nella Chiesa il dono di liberazione che è stato acquistato da Gesù per te a prezzo della sua stessa vita. Noi giovani MGF abbiamo conosciuto questo dono e vogliamo condividerlo anche con te, se lo vuoi.