Attenzione agli abusi spirituali!

Nella Chiesa e fuori di essa, non esiste solo il pericolo, molto concreto, degli abusi sessuali, ma anche di quelli spirituali. Diffidare sempre di chi, anziché liberare, incatena le persone a sé.

 

L’abuso spirituale, che è un vero e proprio abuso di potere, è molto diffuso dentro e fuori la Chiesa, più di quanto si possa immaginare. E bisogna saperlo riconoscere per evitare di diventarne vittima o persino carnefice, nel caso di chi lo compie. Infatti, non sempre chi lo commette ne è sempre consapevole e lo stesso dicasi soprattutto per chi ne è vittima.

Autori di questa tipologia di abusi possono essere sacerdoti ovvero religiosi a cui viene riconosciuta una certa autorevolezza come anche, fuori dalla chiesa, santoni, pseudo-veggenti e chiunque vanti particolari poteri fuori dal comune. Ma l’elenco è molto vasto.

Don Giorgio Ronzoni – docente di teologia pastorale e parroco di Santa Sofia a Padova, già direttore dell’Ufficio catechistico diocesano, e che prossimamente guiderà un corso presso la Facoltà Teologica del Triveneto sul tema degli “abusi spirituali” – è, diremmo, un esperto in materia tanto da scriverne un libro dal titolo “L’abuso spirituale. Riconoscerlo per prevenirlo”.

 

 

Don Giorgio distingue tre tipologie di abusatori spirituali. Innanzi tutto c’è quello che agisce in buona fede. Di norma è uno veramente convinto di voler fare il bene della persona, che si sente il salvatore della patria. In taluni casi non sono gli altri a ricorrere ai suoi consigli, ma al contrario è lui che si propone, magari con insistenza, per essere “eletto” loro direttore spirituale. Sentono dentro di sé che gli altri hanno bisogno proprio del loro imprescindibile aiuto.
In realtà, si è di fronte a una persona che, al contrario, ha un grande bisogno degli altri, che lega a sé quelli che lo circondano perché non riuscirebbe a vivere senza. Anche se in “buona fede”, ci troviamo di fronte a una persona altamente problematica che può solo creare, se non complicare, i problemi in cui versano le loro inconsapevoli vittime.

All’opposto c’è il perverso narcisista. Una persona cattiva, perfettamente consapevole di quello che sta facendo. Vuole il controllo totale della persona che ha di fronte. Vuole manipolarne la coscienza, suscitare nei suoi confronti ammirazione, consenso, plauso. È uno che porta la persona all’isolamento, induce il dubbio sulla bontà di altre possibili guide e figure spirituali, fino ad aizzarla contro e a far troncare i rapporti con chi l’ha preceduto. È e deve restare l’unico veramente capace di guidare la persona, perché l’unico che la capisce e l’unico che può risolvere i suoi problemi. Ahimé, nei casi estremi, tale tipo di abuso può arrivare anche all’abuso sessuale. I due tipi di abuso, infatti, sono strettamente correlati: prima ci si impadronisce del cuore, poi della mente e poi magari si arriva al corpo.

Infine, esiste uno stadio intermedio tra la “buona fede” e il perverso. Si tratta di tipi iper-egocentrici che hanno una grande nevrosi e che, per placare le proprie ansie, si servono della propria immagine. La loro “devozione” alla Chiesa e alla comunità altro non è che una maschera per nascondere lo sfruttamento di esse per placare il proprio narcisismo. A questa tipologia di persone non è affatto gradita la “concorrenza” delle persone brillanti, perciò si circondano di gregari, persone piccole e semplici, particolarmente devote alla loro persona, con cui creare delle vere e proprie comunità di “guidati” ma che servono solo a far risaltare la propria immagine in una sorta di fideismo idolatrico.

Ma in questa nostra epoca dei social, la dipendenza da essi è un vizio che sta toccando tante persone anche dentro la Chiesa. Oggi in tanti, troppi, credono di aver raggiunto un valore quanto più sono viste. E così anche in ambito ecclesiale si confonde la propria visibilità con l’efficacia apostolica. Tanti clic corrisponderebbero a tanti fedeli. Quanti preti e religiosi influencer spirituali riempiono oggi i social! E quanti laici, al contrario, accreditano valore solo a questa tipologia di predicatori social o super-parroci o persino maestri incompresi di dottrina e di spiritualità. Si pensa perciò che la persona carismatica o quella che detiene la vera dottrina (anche quando palesemente in contrasto con quella ufficiale o con l’autorità del Papa…) sia quella che attira tante persone e tanti like, dimentichi che per san Paolo i carismi sono doni dello Spirito per il bene comune e per l’edificazione della comunione-comunità e non dipendono affatto dal numero di – presunti – seguaci (buoni solo ad alimentare e ingigantire il proprio personale narcisismo).

 

 

Quando e come si può uscire da queste varie spirali di abuso? Serve sicuramente un aiuto dall’esterno che può essere una persona, ma anche una lettura, una conferenza, qualcosa insomma che faccia scattare il sospetto, che faccia capire alla vittima la sua condizione. Ma non è una cosa immediata perché, nonostante la sofferenza, le vittime si fidano del loro abusatore. Occorre salvaguardare o recuperare, anche con sofferenza, la propria capacità di discernimento e autonomia, la propria libertà di confrontarsi con altri e con altro. Una vera guida spirituale è una persona libera, liberante e che lascia liberi gli altri di allontanarsi, di scegliere altro e altri. E questo spirito di libertà/liberazione, se c’è, viene immediatamente percepito e si sperimenta nel tempo. Al contrario, l’abusatore, ma complice spesso anche l’abusato, circondano la loro pseudo-relazione spirituale da un alone di segretezza che già di suo non appartiene a nessun tipo di relazione che voglia potersi dire sana.

È chiaro che più una persona è fragile, più ha bisogno di trovare un sostegno spirituale, e più la possibilità di cadere nelle mani di un abusatore diventa alta. Ma nessuno può ritenersi al riparo. Forse gli unici più al sicuro sono i sospettosi di carattere e che arrivano a dare fiducia solo dopo un lungo processo di “messa alla prova”, mentre più la persona è buona e aperta agli altri maggiormente può incappare in brutte situazioni. Va, infatti, considerato il fatto che gli abusatori sono molto furbi e sanno trovare il lato debole della persona in difficoltà. Un giovane in ricerca vocazionale, una persona che sta vivendo una sofferenza ed è pronta ad aprire il suo cuore per cercare risposte e sollievo, chi sta vivendo con sofferenza o magari con rabbia le relazioni all’interno della propria famiglia o di una comunità o con i suoi responsabili e vuole a tutti i costi trovare qualcuno che comprenda le sue ragioni e magari le dia ragione, può cadere più facilmente nelle trame dell’abuso.

 

 

Perciò, prima di scegliere una guida spirituale occorrerebbe sempre informarsi bene, facendo confronti e valutando più persone, ma soprattutto di non fidarsi completamente di chi pretende l’esclusiva, di chi tende a cancellare le altre relazioni assurgendo al ruolo di paladino unico e vero della fede e della spiritualità, di chi asseconda o persino fomenta, più o meno velatamente, discordie e divisioni anziché tentare di ricucirle, con le altre cerchie possibili di relazioni tanto umane quanto spirituali… Se ci si confronta con queste tipologie di persone e si prende per oro colato tutto quello che esse dicono, e se si accetta il divieto – quasi sempre espresso da un potenziale abusatore – di non confrontarsi liberamente con altre persone, si perdono gli anticorpi e il rischio abuso aumenta.