Ci ha amati

Una nuova enciclica di Papa Francesco per recuperare l’importanza del cuore e per saper andare al cuore delle cose.

 

 

«II modo in cui Cristo ci ama è qualcosa che Egli non ha voluto troppo spiegarci. Lo ha mostrato nei suoi gesti. Guardandolo agire possiamo scoprire come tratta ciascuno di noi…». Papa Francesco con la sua nuova enciclica intende quasi prendere per mano i fedeli cristiani, ma anche coloro che non lo sono e guardano alla Chiesa solo come una istituzione umana, e accompagnarli dentro il cuore di Dio che da senso ad ogni cosa. Figli come siamo del razionalismo greco, dell’idealismo postcristiano, del materialismo, e oggi nella cultura liquida dell’individualismo, facciamo fatica a comprendere fino in fondo che il cristianesimo non è riducibile a una teoria, a una filosofia, a un insieme di norme morali e nemmeno a una sequenza di emozioni sentimentalistiche. È, invece, l’incontro con una Persona viva.

 

 

Comprendere il modo con cui Dio ci ama, cioè ci attrae e ci chiama, ed entrare in rapporto con Lui non può dunque ridursi a un ragionamento, a un’identità culturale da sbandierare o a un manuale di regole da consultare quando serve. Comprendere come Gesù ci ama ha a che fare con il cuore: è una storia di gesti, di sguardi e di parole. È una storia di amicizia, una questione di cuore. «Io sono il mio cuore – scrive Papa Francesco – perché esso è ciò che mi distingue, mi configura nella mia identità spirituale e mi mette in comunione con le altre persone». Possiamo comprendere come Gesù ci ama, suggerisce il Papa, «guardandolo agire», cioè meditando le scene evangeliche e lasciandoci stupire dai fatti di Vangelo che continuando ad accadere attorno a noi, magari là dove meno ce lo aspettiamo.

Guardandolo agire, vediamo che Gesù «presta tutta la sua attenzione alle persone, alle loro preoccupazioni, alle loro sofferenze». Ciò che il Figlio di Dio propone è l’amicizia, il superamento di ogni distanza, facendosi vicino a noi come le cose più semplici e quotidiane dell’esistenza. «Infatti, Egli ha un altro nome, che è “Emmanuele” e significa “Dio con noi”, Dio vicino alla nostra vita, che vive in mezzo a noi. Il Figlio di Dio si è incarnato» e ha svuotato sé stesso facendosi servo e immolandosi per amore».

 

 

Incontrare, perciò, la fede cristiana – scrive ancora il Papa – «significa incontrare il cuore di Cristo, quel cuore incapace di rimanere indifferente, che abbracciandoci con la sua infinita misericordia ci invita a imitarlo». E tutto ciò non può che avere anche dei risvolti sociali, in questo mondo che sopravvive tra le guerre, gli squilibri socioeconomici, il consumismo e l’uso anti-umano della tecnologia. Perciò, così in conclusione alla sua lettera enciclica, Papa Francesco ci invita a considerare che «oggi tutto si compra e si paga, e sembra che il senso stesso della dignità dipenda da cose che si ottengono con il potere del denaro. Siamo spinti solo ad accumulare, consumare e distrarci, imprigionati da un sistema degradante che non ci permette di guardare oltre i nostri bisogni immediati e meschini». Ma, «l’amore di Cristo è fuori da questo ingranaggio perverso e Lui solo può liberarci da questa febbre in cui non c’è più spazio per un amore gratuito. Egli è in grado di dare un cuore a questa terra e di reinventare l’amore laddove pensiamo che la capacità di amare sia morta per sempre».