Perché questa generazione chiede un segno?

Fidarsi di Dio è anche una questione di matematica. O forse no?

Dal Vangelo secondo Marco (8,11-13)

In quel tempo, vennero i farisei e si misero a discutere con Gesù, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova.
Ma egli sospirò profondamente e disse: «Perché questa generazione chiede un segno? In verità io vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno».
Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l’altra riva.

 

 

 

Fidarsi di Dio e affidarsi a lui è anche una questione di matematica: egli ci restituisce cento volte tanto quando siamo capaci di dargli il nostro 100%.

Ma, appunto, il ricevere è subordinato all’aver dato con fiducia. Invece, spesso, come i farisei del Vangelo di oggi, prima vogliamo ricevere per poi eventualmente dare. Una fiducia data sulla base di risultanze certe non è più un atto di fiducia, bensì il risultato di un’operazione algebrica. Alla fine dei conti ci ritroviamo a restituire tutta o solamente una parte di quanto abbiamo già ricevuto. Dove starebbe la fiducia? Dove sta l’amore in tutto ciò?

Come i farisei con Gesù, noi siamo disposti a dare solo se prima riceviamo o comunque abbiamo la certezza della ricompensa, fosse solo un ringraziamento… E questo vogliamo chiamarlo amore e fiducia in Dio?!