In un momento di conviviale amicizia animato dai giovani MGF ho compreso finalmente dove il Signore voleva condurmi.
Il Signore, che è Signore della vita, vi dia la sua Pace! Mi chiamo fra’ Giacomo Mangano, frate minore conventuale, palermitano di 29 anni, e sono al primo anno di post-noviziato nella fraternità formativa del Franciscanum di Assisi. Ho professato i consigli evangelici di povertà, obbedienza e castità il 29 Agosto dello scorso anno nella Basilica di san Francesco in Assisi, al termine dell’anno di Noviziato.
Sono il secondo di tre figli maschi all’interno di una famiglia veramente speciale donatami da Dio in cui ho ricevuto amore, ma in particolar modo ho toccato con mano la libertà dei miei nell’accettare la mia scelta vocazionale. Mio padre mi ha raccontato che, ancora “giovani sposini”, disse a mia madre queste parole: “Formeremo una famiglia cristiana”.
Da adolescente, malgrado le difficoltà economiche affrontate, abbiamo sempre ricevuto aiuto dal Signore, sperimentando la sua Provvidenza anche attraverso le persone che, sempre per sua Bontà e Misericordia, ci faceva incontrare.
“Sei tu che hai creato le mie viscere e mi hai tessuto nel seno di mia madre” (Sal 139,13). Sì! È proprio così, per ogni uomo e donna: Dio ci tesse e ci rende suoi, innestati in Lui per divenire a nostra volta sua immagine. La vocazione la considero – e ne ho fatto esperienza – uno “scrutarmi di Dio”. Sia negli anni di catechismo in parrocchia che in famiglia ho iniziato a scoprire la presenza di Gesù nella mia vita come amico.
Al termine degli anni di catechismo, due sono state le esperienze davvero importanti che voglio condividere con voi: il giorno della mia prima Confessione e quello della prima Comunione. Dopo questo primo incontro con Gesù niente è stato come prima e il mio cuore fu invaso da grande gioia e pace. Frequentavo la comunità parrocchiale “Nostra Signora di Lourdes”, di fronte casa mia, e ciò che sempre mi attirava era il sostare dinanzi al Tabernacolo e la frequentazione colloquiale con il mio parroco, Don Antonio Garau.
Conducevo una vita abbastanza normale tra scuola, amici della parrocchia e del quartiere. Terminate le scuole medie, decido di non proseguire negli studi per dedicarmi al lavoro, in modo da poter aiutare economicamente a casa dove stavamo attraversando un momento di difficoltà.
Un’estate, nel mese di luglio, con la comunità parrocchiale mi reco in pellegrinaggio a Lourdes in occasione del 150° anniversario delle apparizioni. Dal mio primo incontro con Gesù e dal pellegrinaggio a Lourdes in poi, veramente la mia vita è stata trasformata. Una certa inquietudine è nata in me dopo i giorni trascorsi alla grotta di Massabielle. Ho conosciuto ancora meglio il ruolo di Maria come Madre della Chiesa che ci conduce, giorno per giorno, a Gesù suo Figlio. Mi sono sentito parte viva della sua Chiesa. Ho potuto percepire e toccare ancora una volta l’amore di Dio per me.
Dopo quei giorni a Lourdes, tornato a Palermo, ho partecipato all’ordinazione presbiterale di un mio amico. Di seguito, con un gruppo di amici, vado a una serata di fraterna amicizia – oggi si chiamano “Incontri HD” -, animata dai giovani del Movimento Giovanile Francescano per conto della Pastorale Giovanile Diocesana, in cui si condivideva il proprio incontro con Gesù a seguito delle varie attività di evangelizzazione di strada che venivano svolte con regolarità in città. In tale occasione ho conosciuto un giovane in formazione al quale ho condiviso l’esperienza del mio viaggio a Lourdes e l’inquietudine che portavo nel cuore.
Il mio desiderio era quello di iniziare un percorso di discernimento vocazionale. Salvatore, il giovane con cui avevo fatto amicizia quella sera, mi consigliò di parlare con un frate minore conventuale del Servizio Regionale per la Pastorale Giovanile e Vocazionale. Ho iniziato il mio discernimento insieme ad altri giovani a Marineo e lì ho intrapreso il percorso formativo che mi ha portato fin qui in Assisi, frate professo temporaneo, dove continuo il mio discernimento attorno alla domanda fondamentale: “Signore, cosa vuoi che io faccia?” e dove continuo a testimoniare con la mia vita che il Signore è Gratuità e Misericordia e desidera solo la nostra felicità.